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La band si forma nell’estate di quest’anno da un’idea di Massimiliano Rizzo, classe 69. Nato a Roma, ha militato in varie cover band anni 80 e 90 tra cui i Lovecats (The Cure covers- ruolo Bassista e cantante) e gli Hype(U2 cover band- ruolo: chitarrista).
Ha anche pubblicato un’album solista (Under Dark C lo u d s ) durante la pandemia di tre anni fa. Resosi conto che le atmosfere Dark hanno ormai fatto (purtroppo) il loro tempo decide di imbracciare la sua amata Stratocaster e di dare una svolta più energica alla propria direzione musicale. Non avendo una voce dal taglio aggressivo e rock che ha in mente per i suoi nuovi brani e per un
nuovo arrangiamento di quelli del suo catalogo si mette affannosamente alla ricerca di nuovi componenti per una band. Il primo a farsi vivo con convinzione e fiducia nei propri mezzi e nelle
prospettive del progetto è Paolo Delle Donne.
Già frontman degli Urban Steam e dotato di una voce dal taglio squisitamente Dickinsoniano si presta comunque all’interpretazione di brani non propriamente concepiti in un ottica metal con la passione che lo caratterizza. La sessione ritmica della band comunque deve ancora essere definita. Sempre dopo una lunga ricerca si propone all’ attenzione dei due i l batterista Marco Ceccarelli classe 72 da diversi anni impegnato in band rock – pop sia con repertori inediti che cover e tribute. La sua passione per il rock lo porta da Milano a Parigi fino a Roma per portare il suo
contributo al sound del gruppo. Manca solo il bassista. Merce rara, a quanto pare, visto che dopo due mesi dall’incontro dei tre il quarto componente latita ancora. Per fortuna alla fine salta fuori dal cilindro, rispondendo ad un inserzione su Facebook, Stefano Mingo, bassista dallo spiccato talento ritmico e melodico, basato su un intuito ed una vasta esperienza e militanza in varie cover bands. il singolo “Don’t Run Away è il primo risultato della loro collaborazione.La traccia è essenzialmente un blues bianco, riveduto e adeguato ai tempi. Il testo è diretto ed essenziale, rivolto ad un partner a cui si chiede con un certo vigore di non abbandonare l’altro. E’ nato da una riflessione sul verso finale di “Don’t leave me now”, la track dell’iconico “The Wall” dei Pink Floyd, uno dei gruppi di massimo riferimento della band. “Condivido quel disincanto per i rapporti e per l’amore in generale che solo Waters sapeva esprimere in musica in maniera così intensa e drammatica” è il commento di Massimiliano, “E ho provato a muovermi sullo stesso terreno che purtroppo, non per mia scelta, mi è fatalmente congeniale. Il resto l’ha fatto la band che ne ha rinvigorito il sound. Paolo ha fatto un’ottimo lavoro sull’intensità e sull’energia delle parti vocali che io nel demo non mi sognavo nemmeno, Stessa cosa per la batteria di Marco, che è puntuale ma per nulla scontata. Stefano ha addirittura composto il break finale che io avevo solo abbozzato e definito melodicamente la ritmica. Insomma credo sia venuto un buon lavoro di squadra per un’esordio.”
Subito dopo la band continua a provare e partorisce un’altro brani in studio chiamato “Dreams always die at dawn”, essenzialmente un brano cupo e disperato ma non privo di una certa aspra dolcezza. Ma.nelle intenzioni di Massimiliano c’era la volontà di descrivere le emozioni di un femminicida che riflette su quello che prova una volta rinchiuso. Inspirato da fatti di cronaca. “Non arriverei mai a commettere una cosa del genere ne a giustificarla, ma riesco ad immedesimarmi in chi commette tali atrocità quando capisce che la luce della sua vita si è spenta per sempre e di conseguenza prova e sclusivamente risentimento frustrazione e rabbia. Salvo poi pentirsi di ciò che ha fatto per sempre. La band si è superata anche qui e il risultato è proprio ciò che avevo in mente senza falsa modestia”
La band continua a mettere carne al fuoco e va in studio per testare un primo abbozzo di live performance. Il risultato è il videoclip di “How do you dare to love me”.
Qui il gruppo, con uno stile più pulito si cimenta in un brano che si ispira dichiaratamente al rock anni 90.
Attualmente la band sta attenendo il mixaggio finale di un’altro brano e non ha intenzione di fermarsi. L’accoglienza è tiepida, lo sappiamo, in un periodo in cui spopolano salsa e merengue e trap ma noi siamo fatti così e andremo avanti per la nostra strada. Sappiamo di avere qualcosa da dire e lo vogliamo fare. L’obbiettivo è un album e poi andare live ovunque sia gradita la nostra musica.
Perché senza non ci sappiamo proprio stare.