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Supercollider da Fiero di Brescia al Sanremo Rock 31°

SUPERCOLLIDER è un progetto nato nel 2010 grazie alla volontà di 2 amici: l’idea di partenza era assemblare
il lavoro svolto in molti anni di passione musicale. Fabio e Andrea, impegnati musicalmente in alcune band
con repertorio cover, decidono di chiamare un compagno di vecchia data, Giorgio, per sperimentare nuove
tipologie ritmiche su pezzi nati durante alcune jam sessions: i brani sono in Inglese, le sonorità invece
mescolano i gusti variegati e le immortali passioni per il sound inglese e americano dei membri della band.
Immediatamente l’urgenza di una più profonda dimensione sonora ha portato Fabio a contattare un altro
amico dei tempi dell’università, Matteo. Il primo nucleo dei SUPERCOLLIDER è nato e pienamente
funzionante: ecco quindi i primi brani e le prime esibizioni live su palchi di qualsiasi tipo e dimensione. La
band registra un EP omonimo contenente 4 brani che iniziano a girare sulle radio indipendenti della provincia
di Brescia, raccogliendo consensi: è il momento della massima presenza live della band, che fra 2013 e 2014
inanella una serie di 15 spettacoli culminanti con la finale dell’Emergenza Festival del 2014. Terminata anche
questa fase, i 4 membri della band decidono di dare maggior spazio al lavoro in studio per sviluppare nuove
idee e concentrarsi sulla realizzazione di nuovi brani: ecco che nel 2017 entra nella formazione anche Marta,
che con la sua voce aggiunge atmosfera e “graffio” alle nuove canzoni ormai pronte. Con un repertorio nuovo
e ampliato, un nuovo disco in lavorazione e una line-up inedita per i live, i SUPERCOLLIDER tornano quindi a
calcare i palchi di Brescia e provincia con un minitour estivo utile al rodaggio dei nuovi inediti, pronti ora a finire in studio.

La band:

ANDREA BASTIANI (guitars)
Andrea nasce a Brescia nel 1985. Ha iniziato a suonare fin da subito, appena
quindicenne, ma già da piccolo era un attento ascoltatore dei chitarristi più virtuosi:
il suo colpo di fulmine con lo strumento è avvenuto con “Sultans of Swing” dei Dire
Straits. E’ sempre stato un ottimo amico di Fabio, con il quale ha sovente elaborato
numerose idee musicali ed artistiche. E’ il 2000 quando Andrea inizia a prendere le
prime lezioni di chitarra, cercando fin dai primi passi uno stile che possa definirsi
davvero suo: subito vuole mettersi alla prova, e guadagna delle esibizione
sporadiche su qualche palco come chitarrista d’appoggio. La sua prima avventura
musicale in un vero gruppo è con i LFC (Little Fried Chickens), band che forma insieme a Fabio e che si propone
dapprima con un repertorio di covers, ma che ben presto inizia a elaborare pezzi propri, alcuni dei quali sono
ancora oggi vivi e vegeti nel repertorio di SUPERCOLLIDER. Andrea suona sia la chitarra elettrica che acustica
e adora trovare strane e suggestive parti da interpretare senza soluzione di continuità. Spesso usa un
capotasto mobile per trovare nuovi standard d’intonazione, così come accordature alternative. Andrea ama
la voce di Mina e gli assoli di David Gilmour (curiosamente, Andrea trova emozionanti le espressioni facciali
di Gilmour mentre suona); adora guardare le cose da una prospettiva elevata, la buona birra e godersi i films
di Woody Allen. Fra i suoi sogni nel cassetto, quello un giorno di poter lavorare alla colonna sonora di un film.
Odia invece le persone false, la matematica e le minestre.
MARTA BATTAGLIOLA (vocals)
Marta nasce a Brescia nel 1995: la sua passione per il canto si sviluppa fin dall’età di 5
anni grazie al contributo dei suoi genitori. La madre le fa conoscere artisti come Céline
Dion, Whitney Houston, Bryan Adams oltre a Giorgia, Elisa, Laura Pausini, Nek, Ligabue…
e infinit altri. Si deve invece al papà l’interesse per il palcoscenico grazie al suo “gruppo
spettacolo” che organizza eventi nell’oratorio della parrocchia. Negli anni Marta comincia
a manifestare interesse per questi aspetti fino a quando, all’età di 13 anni, fa il suo
debutto nel recital “Mamma Mia”, organizzato dalla scuola, nel quale interpreta la
protagonista. E’ l’inizio della sua carriera musicale: inizia infatti a prendere lezioni di canto
da Elisa Rovida, rinomata cantante bresciana famosa per il suo gruppo tributo a Mina e per aver cantato al
matrimonio fra Tom Cruise e Katie Holmes. Lo studio si distribuisce fra svariati generi (pop, rock, musical)
fino a quando, a detta della sua insegnante, Marta è pronta per trovare un gruppo e mettersi alla prova fuori
dall’aula di studio. E’ il turno degli Swallowers, band che nel 2010 accoglie Marta proponendo un repertorio
di cover rock: qualche esibizione live fra feste ed eventi parrocchiali… e il gruppo si scioglie. Marta continua
a studiare canto fino al 2014, quando a causa di impegni lavorativi pressanti è costretta a fermarsi… e si arriva
al 2017. Marta entra nei SUPERCOLLIDER per un sacco di buoni motivi: la band ha esigenze crescenti per
quanto riguarda la dimensione vocale, con Fabio e Matteo che ormai da soli non riescono più a gestire le
parti dei brani nuovi (uno su tutti: All Your Time). Marta assiste a un live della band e si candida come corista:
una manciata di prove e la giovanotta è assoldata! Marta, oltre al canto, ama infinitamente i cani (tanto che
il suo sogno è quello di diventare un giorno addestratrice comportamentale); adora inoltre leggere ed è una
buona forchetta. Non sopporta le persone incoerenti, superficiali e doppiogiochiste.
GIORGIO GABUSI (drums)
Giorgio nasce a Brescia nel 1983. E’ performer dal 1999, ma la sua esperienza con la
musica comincia quando è ben più giovane: suo padre era un avido ascoltatore di
musica, e Giorgio inizia subito a rovistare fra la sua sterminata collezione di dischi,
fra i quali può godere di alcune delle gemme del rock anni ’70. Suo fratello maggiore,
Andrea, giocherà altresì un ruolo importante nella sua formazione musicale,
introducendo Giorgio alle influenze grunge tipiche delle band del periodo
contingente, gli anni ’90. Da ragazzo, comunque, Giorgio si limita ad ascoltare; la sua
curiosità nei confronti della batteria è già presente, ma ben nascosta. Diciassettenne,
decide di iscriversi a un corso di batteria presso un maestro della zona: per più di un
anno Giorgio impara le basi tecniche, e non appena compie diciott’anni i suoi genitori
gli regalano lo strumento che ancora oggi suona in sala prove, una Shure Action
originale dei ’70. Da qui in poi inizia la vera avventura musicale, dapprima con prove
solitarie nel seminterrato di casa, anche se i vicini sembrano non riuscire a gioirne…
Nel 2003 Giorgio lavora come impiegato part-time e prosegue i suoi studi, ma la musica lo chiama e con i suoi
primi risparmi corre a prendersi la tanto desiderata Pearl Export Set, equipaggiata con piatti assortiti Sabian
e Zildjian: questa nuova strumentazione viene subito messa all’opera quando Giorgio forma un nuovo
progetto musicale chiamato “Mirror Games”, un power trio con Nicola al basso e Gabriele alla chitarra e voce.
La band è contraddistinta da sonorità rock/grunge, e molte delle critiche raccolte sono positive (spesso il
parere del pubblico è che il gruppo esprima moods vicini a quelli dei Verdena): i “Mirror Games” vivono un
periodo di 4 anni contraddistinto da performance live nel nord Italia e due album autoprodotti, “Il
Decadimento della Traccia Mnestica” (2004) e “Through You” (2007). Dopo questa avventura, il gruppo si
scioglie: Giorgio decide di prendersi una pausa e si sposa con la sua amatissima Francesca, ingrandendo la
famiglia con l’arrivo dei piccoli Samuel e Noemi. Arriva la calda estate del 2010 e una telefonata di un paio di
vecchi amici, Andrea e Fabio, riguardo un possibile progetto musicale tutto nuovo lo colpisce in piena fronte:
niente cover e revival, ma qualcosa di completamente nuovo e da lavorare integralmente. Giorgio è
entusiasta e accetta, dando di fatto il via alla primordiale formazione di SUPERCOLLIDER. Giorgio ama leggere,
ascoltare la musica (nota la sua predilezione per i Radiohead) e starsene spaparanzato su divani di ogni forma
e colore; adora la vera amicizia (magari bevendosi una birretta o due… ) e le spiagge. Disprezza
profondamente i politici (con chiaro riferimento alla sola parte xenofoba) e la religione (quando questa
diventa più un’azienda che altro); odia Wall Street e il capitalismo selvaggio, la TV-spazzatura, i broccoli e le
diete.
MATTEO MAGATELLI (guitars)
Matteo nasce a Gardone Val Trompia nel 1978. Si avvicina al mondo della musica
grazie a sua madre, che quando è ancora bambino gli fa ascoltare ripetutamente i
classici italiani degli anni ’60 e ’70. La chitarra lo affascina a tal punto che a 14 anni
decide di farsene prestare una da un amico, cominciando da autodidatta a mettere
sulla tastiera i primi accordi. Le lezioni successivamente prese e qualche manuale per
soddisfare le curiosità più particolari gli permetteranno di affinare tecnica, orecchio
e gusto. Mark Knopfler, Steve Lukather, Brian May, Steve Vai e tanti altri diventano i
suoi eroi adolescenziali. Dopo aver acquisito le basi dello strumento a sei corde,
Matteo decide quindi di iscriversi alla scuola di musica Paideia non per approfondire
ulteriormente la chitarra, ma per imparare a suonare il re degli strumenti: il
pianoforte. Da allora suona l’uno e l’altra con ugual gusto, ed è sempre in cerca di nuove idee e sonorità. Fra
i tanti progetti musicali trascorsi ama ricordare i “Fuori Forma”, con i quali tra il 2003 e il 2004 ha girato la
provincia di Brescia con uno spettacolo musicale dal titolo “La vera storia di CR”. Matteo ama lasciarsi andare
quando esegue un brano, avvertendo l’emozione nel sentire il suono di una chitarra in un nuovo pezzo
mentre questo prende forma. Fra i suoi interessi ci sono il graphic design e il mondo dei colori, la fotografia
e la lettura, il comprendere le cose che ancora non conosce e l’ascolto della musica che non ha mai sentito
prima. Ad affascinarlo sono le cose semplici e belle come la sua famiglia, composta da Nicoletta e dai piccoli
Andrea e Cecilia. Odia invece il non riuscire a trovare la soluzione giusta quando serve, chi dà consigli senza
ascoltare, la superficialità di chi giudica senza comprendere l’altro, il dover aggiustare le cose rotte e gli
imprevisti negativi.
FABIO MINARI (vocals, bass)
Fabio nasce a Brescia nel 1980. Diventa musicista nel 1989 grazie al “tempo
libero” diretta conseguenza di un incidente stradale che lo rende paraplegico,
ma le vibrazioni della musica lo accompagnavano fin da bambino, quando
sgattaiolava nel soggiorno per giochicchiare di nascosto con lo stereo del
padre, anch’egli bassista. Fabio comincia a studiare la musica da autodidatta a
9 anni con il flauto traverso, ma presto il suo interesse lo porta altrove: tutto
cambia quando papà gli regala a 10 anni un vetusto basso Status usato… è
amore all’istante. Da allora Fabio inizia a strimpellare altri strumenti (come le
chitarre e le percussioni), ma il suo feeling con il basso rimane unico e distinto.
E’ il 1993 quando, appena tredicenne e armato di tanta voglia di fare, fonda la
sua prima band, gli Intruders, insieme a 4 grandi amici (Stefano, Alessio, Paolo e Nicola): si tratta di una band
di ragazzini che all’inizio propongono covers, ma la loro tenacia è tanta e tale da portarli a suonare
dappertutto nella provincia bresciana e far durare l’esperienza sonora per anni, fino all’autoproduzione di
due album d’inediti (“Into the Blue” e “Psychedelic”) e allo scioglimento nel 1999. Dopo ciò, spinto dal
desiderio di musica a tutti i costi, Fabio entra in altre formazioni fino a fondare, insieme ad Andrea, i LFC
(Little Fried Chickens), un’altra cover band che, insieme ad altri amici di vecchia data, riporta su numerosi
palchi del nord Italia il suo basso e la sua voce. Nel 2011 i LFC decidono di prendersi una “pausa di riflessione”
per i troppi impegni sovrapposti… ma chissà che prima o poi non tornino! Fabio adora gli strumenti vintage
e fra le sue passioni ci sono la letteratura e la poesia a tutto tondo, la lavorazione del legno e il restauro (in
particolare proprio di strumenti antichi e vintage), gli sport (calcio e basket in particolare), lo studio delle
culture mondiali e gli animali di tutto il globo terracqueo. Odia invece la caccia indiscriminata, l’ignoranza
(peggio quando non riconosciuta), il tecnicismo fine a sé stesso (nella musica come nella vita), gli
smartphones, il trash metal e chiunque prevarichi con il proprio atteggiamento chiunque altro

 

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