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Sebastian Straw 34^ edizione Sanremo Rock – sezione Rock

SEBASTIAN STRAW: breve biografia
Chi è Sebastian Straw?
Sebastian è ed è sempre stato un frontman atipico, con un atteggiamento su palco
tranquillo ma sfrontato. Ombroso e schivo, nella vita come nella musica, inseparabile
dalle sue chitarre elettriche ed acustiche, scrive la sua musica nell’intimità delle ore
notturne: “quando la città dorme il mix tra i più belli ed i più brutti pensieri diventa
perfetto”, è solito ripetere. Riesce a tirare fuori il meglio di sé dagli episodi più brutti
della vita ed a convogliare tutta la sua rabbia, la sua delusione, la sua collera in musica. E
si sente. Le poche persone che lo conoscono davvero bene lo definiscono come una delle
persone più arrabbiate, solitarie e malinconiche sulla faccia della terra. Ma non è sempre
così: Sebastian è comunque un ragazzo solare, sorridente, che porta dentro di sé tante
crepe le quali, tuttavia, hanno contribuito alla sua crescita personale e come artista.
Amore incondizionato, ossessivo e geloso per la musica anglosassone targata fratelli
Gallagher, Richard Ashcroft, Damon Albarn e Gaz Coombes, leaders indiscussi di ciò che
furono gli Oasis, i Verve, i Blur ed i Supergrass, dai quali ha assorbito e plasmato il
proprio DNA musicale; un legame particolare ed asfissiante con le tipiche sonorità
inglesi, incarna alla perfezione l’eterna lotta tra Liverpool, Londra e Manchester. Il suo
stile è unico, il suo suono, a volte malinconico, è ricco di armonie, un perfetto mix di
chitarre elettriche distorte ed acustiche, pianoforti, tastiere ed archi; la sua voce,
raramente cristallina, alterna momenti di malinconia a pure scariche di energia. La sua
musica è dolce ma allo stesso tempo forte ed arrabbiata, tuttavia lascia anche molto
spazio a momenti più riflessivi.
Sebastian Straw è già noto nel panorama musicale (sia italiano che estero) dopo
l’irruzione del nuovo disco da solista, Welcome Yesterday, che ha riscosso una ottima
critica sia nazionale che estera. Undici splendidi brani scritti ed arrangiati di persona in
perfetto stile brit rock, un rock leggero ed alternativo che strizza l’occhio, in alcuni
momenti, al dream pop ed allo shoegaze. L’uscita dell’album è stata il 4 ottobre 2019
(Seahorse Recordings) ma è già pronto il suo nuovo album, uscita prevista nel 2021 ma
con qualche nodo discografico ancora da sciogliere: sarà un disco autoprodotto ed
indipendente oppure ci sarà una etichetta discografica al proprio fianco?
In breve: esperienze musicali e di vita
Aveva otto anni quando iniziò gli studi sul pianoforte ed a quella età, le matite sulle dita
per ogni errore commesso, facevano davvero male. Anche per questo la passione per il
pianoforte, che sarebbe rimasta per sempre, lasciò spazio anche ad altri strumenti: batteria
e chitarre soprattutto. Fino ai venti anni di età continuava l’attività musicale nel territorio
laziale ed in seguito, dopo qualche mese passato a Dublino, rientrava in Italia dove si
divideva tra Roma e Firenze, continuando saltuariamente l’attività musicale
aggiudicandosi tuttavia, nel 2002, il premio come miglior voce al contest “I have a
dream” di Rieti. Dopo diverse vicissitudini personali decide di riprendere l’attività
musicale, stavolta prepotentemente, più forte e carico di prima.
I brani dell’album Welcome Yesterday
I testi delle tracce, molto autobiografici, dicono molto di lui e riescono, tuttavia, a
suscitare riflessioni su noi stessi; tutti riescono a leggerci, al loro interno, qualcosa di
proprio. Ognuno nella propria vita è caduto e si è rialzato, tutti ci siamo trovati a fare i
conti solo su noi stessi toccando il fondo ed ognuno ha, in qualche modo, trovato la forza
e la costanza di andare avanti ed affrontare anche i problemi più grandi senza fuggire,
magari rifugiandosi in qualcosa o qualche posto in cui ci sentissimo protetti, ma
affrontando la realtà, comunque, faccia a faccia, fino a sentirsi orgogliosi di dove ci
troviamo oggi e di come ci siamo arrivati. È stata dura, durissima ma ora, se mi guardo
indietro, riesco comunque a sorridere. Questo è, in estrema sintesi, il senso del primo
album. Il singolo che ha accompagnato l’uscita del disco si intitola “My friend” (segue
il primo singolo, Happy people shine) ed è un mix di emozioni e sensazioni. La musica è
un crescendo di pianoforti, chitarre elettriche ed archi che si sommano fino a rapire
letteralmente chi l’ascolta. Si rimane immersi nelle sue sonorità durante l’ascolto, talvolta
senza respiro. Il testo sembra alleggerirsi ma il significato rimane prepotente. Storia di un
amico fidato, un amico di sempre, umile ma allo stesso tempo testardo, che decide di
affrontare le proprie difficoltà ed i propri problemi da solo e chiudendosi in se stesso,
declinando silenziosamente l’aiuto di chiunque. È terribilmente triste, talvolta, voler
aiutare qualcuno e non poterlo fare.
Il nuovo album
Il nuovo album ha un aspetto diverso dal precedente: Mentre Welcome Yesterday è stato
un disco impulsivo, scritto di getto ed estremamente autobiografico il nuovo lavoro,
invece, è un album meno impulsivo, più ragionato, più consapevole, molto più leggero ed
aperto del precedente. “Molti dei brani non sono più estremamente autobiografici come i
precedenti ma saranno molto più leggeri, coinvolgenti da altri punti di vista. “In questo
nuovo album non ci saranno più dentro, soltanto, le mie esperienze, ma porta dentro di sé
anche le esperienze di tante altre persone incontrate lungo il mio percorso. Vorrei che
fosse un album per tutti e che, ancora più del precedente, in esso, ognuno possa
ritrovarci se stesso e le risposte che cerca. Questo è l’augurio più bello che io possa fare
a chi avrà il piacere di ascoltarlo ed è l’augurio che faccio a me stesso perché darebbe
davvero senso e valore alle mie emozioni ed alle mie fatiche. É un vero e proprio inno
alla vita, alla spensieratezza ed un invito a non smettere mai di credere nelle proprie
potenzialità”.
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SoundCloud (Solo per addetti ai lavori – nuovo album versione DEMO PREMIX-):
https://soundcloud.com/sebastianstraw/sets/new-album-demo-version/s-BVVPgatXDcv